Ci risiamo…

12 11 2008

telefono

…eh sì, grazie al solito mistero su chi fornisce il mio numero, ho ricevuto di nuovo una miracolosa offerta di lavoro. Devo essere proprio una ragazza fortunata, perchè non bastava aver avuto già un’occasione, serviva anche quest’altra opportunità per concretizzare il mio futuro?!

Avevo letto di uno stop a questo tipo di telefonate, ma a quanto pare c’è un nulla di fatto, visto che il telefono di casa mia continua a squillare almeno due o tre volte al giorno per il solito fastidiosissimo telemarketing ed inoltre è già la seconda volta che certe aziende (occhio a questa e simili) vorrebbero “accalappiarmi” come centralinista o come venditrice porta a porta. (Giustamente loro pensano che mi sto specializzando in Comunicazione d’Impresa perchè il mio obiettivo primario è andare in giro a vendere materassi, aspirapolveri o chissà quale altra diavoleria!!!)

Io penso che se qualcuno vuole entrare in casa mia debba chiedere il permesso, no? Insomma, smettiamola con queste chiamate insistenti: capisco che è un lavoro, ma se la risposta è NO, inutile continuare nella vana speranza di convincere il poveretto che sta dall’altra parte della cornetta. Tempo ed energie sprecate per tutti e due.

E poi, telemarketing a parte, mi chiedo con quale coraggio queste aziende e i loro dipendenti cercano di far soldi illudendo la gente e facendo leva sulla disperazione di persone disoccupate o precarie, che avrebbero realmente bisogno di un lavoro serio ed onesto. Davvero no comment!





Strip Conference contro il licenziamento

8 09 2008

Disoccupazione e precarietà sono due mali che angosciano la nostra società e noi giovani con difficoltà stiamo imparando a conviverci, ma credo che la situazione peggiori drasticamente se ad essere disoccupate o precarie siano delle donne madri di famiglia.

Sono solidale con le 11 operatrici di call center che dopo aver perso il lavoro, venerdì 5 settembre si sono esibite in una strip conference di contestazione.

Sei anni di impieghi a termini, contratti da rinnovare, rabbia da masticare, progetti da rimandare. Poi lo stop, che è arrivato per questioni legislative: dopo l’entrata in vigore della cosiddetta Legge Brunetta (D.L. 112/2008 – che all’art. 49, comma 3, ha recepito la legislazione del settore privato del Protocollo sul Welfare, Legge 247/2007 del Ministero Damiano) non è più possibile iterare contratti a termine oltre i tre anni, di conseguenza è stato dato loro il benservito.

La protesta delle donne disoccupate, dopo il video-asta su Youtube, acquista toni ancora più provocatori. «Cosa abbiamo ancora da perdere? – spiegavano al presidio organizzato al Civile – Non siamo forse già denudate nella nostra dignità, nei nostri diritti? Senza reddito, nessuna dignità!».

Noi cerchiamo solo un impiego definitivo. Abbiamo rate del mutuo da pagare, figli che vanno a scuola. Così è un’angoscia infinita“.

Per tutto il giorno l’attenzione dei media è stata alle stelle. Carta stampata ed emittenti televisive hanno puntato i riflettori su queste donne così combattive, tutte a testa altissima.





Mente flessibile o precaria?

19 06 2008

Mi piace l’idea di dividere le idee!

C’è da dire però che la divisione fra una mente flessibile ed una precaria non è sempre così netta e ben stabilita, almeno secondo il mio modesto parere. A volte le nostre scelte, il nostro approccio al mondo del lavoro dipendono da chi ci troviamo davanti e dalle situazioni che dobbiamo affrontare. Insomma,  sono convinta che anche la mente più dinamica in alcune occasioni potrebbe vacillare o al contrario una mente statica improvvisamente potrebbe avere un guizzo inaspettato!

Beh dopo queste considerazioni è abbastanza evidente il mio stato (no, non d’infermità mentale!) di flessibile precaria: una via di mezzo, insomma. Mi sento una delle tante belle sfumatire che ci sono tra il bianco e il nero.

Non so chi mi abbia segnalato, ma sono contenta di far parte delle menti flessibili e precarie (dimostrazione reale che sono proprio come appaio). Altro punto d’orgoglio è che, non solo il mio blog è in quella lista, ma ci sono anche Blogcast SdC che registro con Luca e le attività che realizziamo con il gruppo di Think Communication (tra cui il primo social network di SdC). Niente male a livello di coerenza, no?

Ps: Avrei una mente precaria da segnalare, ma non lo faccio perchè sono sicura che presto lo farà qualcun altro e allora si che sarà una vera soddisfazione ! 😉





Ci sono eccome!

12 06 2008

Alcuni sono ancora fermamente convinti che il nome giusto sia flessibilità e non precarietà, ma ci sono delle sottili differenze che rendono la situazione attuale abbastanza chiara: forse ci sono meno precari, ma intrappolati e questo a me non sembra un vantaggio.

Nella P.A. vengono messi alla porta e all’Università scendono in piazza per far sentire la loro voce, quindi i precari ci sono eccome!


fonte

E’ una situazione nella quale non si vede via d’uscita. E mentre i signori al Governo pensano alla intercettazioni e gli Onorevoli cumulano indennità, l’Italia diventa sempre più povera e il popolo della terza settimana aumenta inesorabilmente.