Unico è meglio?

15 09 2008

Da quando la Gelmini ha deciso quale sarà il futuro della scuola, genitori ed insegnanti sono scesi in piazza per opporsi vivamente ad un inutile ritorno al passato, organizzando addirittura una petizione online.

I pareri in merito sono contrastanti: c’è chi, da diretta interessata lancia un augurio ai figli del Ministro, chi invece approva orgoglioso questa scelta (non ho trovato link, ma qualcuno ci sarà!) e chi infine scrive lettere ironiche ed allusive.

Io rifletto e mi chiedo: che senso ha tornare al Maestro unico?

* Mi piaceva ed apprezzavo l’idea che i bambini avessero finalmente più insegnanti: di italiano, di matematica, di religione, d’inglese…riuscivano ad approfondire le diverse materie ed avevano anche più tempo per eventuali attività complementari. Ed ora, come farà un solo maestro a fare tutto questo avendo a disposizione solo 24 ore settimanali?

* Da ricordare che subito dopo la scuola elementare gli insegnanti si moltiplicheranno e secondo il mio modesto parere essere abituati già da piccoli ad avere più maestri da seguire è la soluzione migliore e più coerente. E invece…

* Ma soprattutto come la mettiamo con le 83.000 persone che rischiano di rimanere senza lavoro per lasciare il posto all’unico maestro ammesso?





Strip Conference contro il licenziamento

8 09 2008

Disoccupazione e precarietà sono due mali che angosciano la nostra società e noi giovani con difficoltà stiamo imparando a conviverci, ma credo che la situazione peggiori drasticamente se ad essere disoccupate o precarie siano delle donne madri di famiglia.

Sono solidale con le 11 operatrici di call center che dopo aver perso il lavoro, venerdì 5 settembre si sono esibite in una strip conference di contestazione.

Sei anni di impieghi a termini, contratti da rinnovare, rabbia da masticare, progetti da rimandare. Poi lo stop, che è arrivato per questioni legislative: dopo l’entrata in vigore della cosiddetta Legge Brunetta (D.L. 112/2008 – che all’art. 49, comma 3, ha recepito la legislazione del settore privato del Protocollo sul Welfare, Legge 247/2007 del Ministero Damiano) non è più possibile iterare contratti a termine oltre i tre anni, di conseguenza è stato dato loro il benservito.

La protesta delle donne disoccupate, dopo il video-asta su Youtube, acquista toni ancora più provocatori. «Cosa abbiamo ancora da perdere? – spiegavano al presidio organizzato al Civile – Non siamo forse già denudate nella nostra dignità, nei nostri diritti? Senza reddito, nessuna dignità!».

Noi cerchiamo solo un impiego definitivo. Abbiamo rate del mutuo da pagare, figli che vanno a scuola. Così è un’angoscia infinita“.

Per tutto il giorno l’attenzione dei media è stata alle stelle. Carta stampata ed emittenti televisive hanno puntato i riflettori su queste donne così combattive, tutte a testa altissima.





Bufera per la norma anti-precari

28 07 2008

Mi chiedo chi abbia proposto questo emendamento, a sentire il signor chirurgo maxillo facciale (con lode anche) sembrerebbe caduto dal cielo. Ma non è così…le firme ci sono.

Sui precari il Governo si divide ed io sono d’accordo con Epifani quando dicendo la sua ribadisce che “non ha senso che le responsabilita’ delle imprese vengano fatte pagare ai giovani e ai precari“, parla addirittura di una lobby e mi sa che non sbaglia!

Ha ragione Mello…è stata proprio una porcata, ma per fortuna qualcuno si oppone chiedendo al Governo di ritirare immediatamente questa norma perché rafforza l’ingiustizia del Paese ed aumenta la precarietà. Poveri noi!

Ps: E pensare che c’è chi fa la bella vita, tanto precario non lo sarà mai!





I giovani aspettano e…invecchiano

19 05 2008

Sono d’accordo con chi se ne frega del “Caso Travaglio”, in Italia dovremmo preoccuparci di ben altre cose, visto che siamo diventati il Paese dei cervelli sprecati. E’ una situazione assurda e quasi paradossale: più passa il tempo e meno spazio c’è per i giovani (a mio parere, linfa vitale nel percorso verso il futuro). 

Noi ci siamo (competenti, svegli, istruiti, preparati, volenterosi), ma contiamo poco! Non veniamo presi in seria considerazione e difficilmente “i grandi” ci danno la loro fiducia o ci consentono la possibilità di dar prova delle nostre capacità. Io mi chiedo: per quale motivo? Siamo noi a non essere in grado di affrontare le dure prove della vita e del mondo del lavoro e quindi dobbiamo essere messi da parte? O sono loro a voler rimanere attaccatti alle loro poltrone per paura di lasciare il posto a qualcuno che forse sa fare meglio?

Ricordo una frase del Ministro Damiano sugli stagisti: «…non mettiamoli a fare fotocopie, diamogli una paghetta, e poi se sono bravi, valorizziamoli offrendo loro una prospettiva di lavoro». Ma da queste parole pronunciate l’anno scorso  non mi sembra che sia cambiato molto! Sto dando fiducia al Progetto FIXO perchè credo possa essere un buon punto di partenza, ma sono sempre più convinta che forse è la mentalità italiana a dover cambiare!